BossolascoLe Origini
Bossolasco è una romantica località di villeggiatura dalle origini molto antiche. I primi abitanti delle Langhe furono i Liguri Stazielli o Statielli, tribù di origine mediterranea (celtica) che i romani chiamavano con disprezzo Capillati per la lunga barba e i capelli incolti che portavano.
Nel II sec. a.C. l’intera zona divenne dominio dell’Impero Romano e nel 173 a.C. il console romano Marco Pompilio Lenate, per assoggettare gli Stazielli ribelli alle leggi romane organizzò contro di loro una sanguinosissima spedizione punitiva. La rappresaglia si svolse con tale ferocia che venne persino censurata dal Senato. I superstiti si rifugiarono lungo il torrente Belbo dando origine a un piccolo agglomerato di capanne chiamato “Buxale ad Belbum” ovvero “luogo ricoperto di foreste di bossi vicino al Belbo”.
Nel tempo, per ragioni difensive, gli Stazielli si spostarono sulla cresta della collina dando vita a Buxlacum mantenendo il riferimento alle piante di bosso.
Con il passare dei secoli il toponimo si trasformò in Buzzolasco (da “Bozolus-Bozzurùn”, ovvero biancospino), da cui deriva l’attuale denominazione. Il primo documento in cui compare il nome di Bossolasco risale al 1077: Imilla, sorella di Adelaide di Susa e moglie di Oddone di Savoia, lo cita assieme ad altri paesi imponendo loro di fare una donazione per la costruzione della chiesa di S.Pietro in Musinasco (paese che ha dato origine a Villafranca Piemonte TO).
Per quasi cinque secoli gli Stazielli fecero parte dell’Impero Romano assimilandone la civiltà e vivendo in pace. Nei quattro secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, dal V al IX secolo d.C., il Piemonte, e quindi le Langhe, passarono sotto il controllo dei Barbari, dei Goti, dei Bizantini, dei Longobardi e quindi dei Franchi che, con Carlomagno, introdussero le Marche, governate dai marchesi.

C'era una volta un Castello
Grazie alle descrizioni documentate all’interno di atti notarili per le successioni e per le divisioni, sappiamo che era un importante e imponente castello, di notevoli dimensioni con agli angoli i caratteristici torrioni di cui uno ancora in fase di costruzione nel 1486.
Di questo antico maniero non ci resta più nulla, neppure i ruderi, in quanto il terreno su cui sorgeva nei secoli è stato venduto a privati e poi riedificato. Al suo posto oggi ci sono abitazioni private costruite intorno alla seconda metà del 1900.
Il castello era caratterizzato da:
• un cunicolo che correva sopra le mura;
• una cella, costruita sulla sommità di una delle torri, destinata alla guardia;
• un carcere di forma quadrata con lato pari a un trabucco (circa tre metri). Al di sopra della quale venne costruita una cappella sormontata a sua volta dalla camera per il castellano;
• una cisterna sotto il rivellino, ritrovata verso gli anni 1970, quando vennero scavate le fondazioni delle abitazioni private in fase di costruzione;
• un ponte levatoio e un ponte di scalata;
• un fosso;
• un pozzo e un orto.
La sala al piano terra del castello, chiamata salam magnam, veniva messa a disposizione della comunità di Bossolasco per le adunanze consiliari quando il tempo o il freddo non permettevano loro di riunirsi nella piazza davanti alla chiesa.
Tra il 1644 e il 1647 il castello cadde in rovina a causa delle numerose guerre che si susseguirono, ultime delle quali le guerre di successione al Monferrato per le quali, nel 1616, riportò gravissimi danni e venne definitivamente abbandonato.
Chiese di San Cristoforo, San Bernardo e San Sebastiano
Era localizzata su via Umberto I la chiesa dedicata a San Cristoforo e ricostruita nel 1732, a livello della diramazione stradale per il Belbo a livello della piazza ragazzi del ’99, oggi abitazione privata.
Era una piccola chiesa ad una sola navata coperta da volta a botte lunga metri 9.50 per una larghezza di metri 4.90 e un’altezza di metri 5.50. Vi si accedeva attraverso una gradinata dall’omonima piazzetta. Con il tempo la chiesa perse la sua funzione e venne destinata a dormitorio dell’eremita e a granaio del Monte di Pietà e, nel 1899 il consiglio comunale decise di vendere la chiesa. Successivamente venne usata come deposito per le fiere e come camera mortuaria. Vicino alla chiesa nell’omonima via sorgeva l’ospedale e l’attiguo orto.
Nel paese esistevano ancora due chiese, oggi non più visibili, quella di San Bernardo localizzata al Pian della Croce e quella dedicata a San Sebastiano citata nel 1654 con la cappella di San Rocco per la realizzazione di due icone dal pittore di Gorzegno.
Purtroppo della chiesa di San Bernardo e della chiesa di San Sebastiano non abbiamo altre notizie storiche.
